gennaio 08, 2010
Casi Ciclici.
l'altro giorno tornando da Zagabria dove ho passato l'ultimo dell'anno mi sono fermato a Trieste e ho comprato AnimaLS. un bel numero, particolarmente per Tota che mi fa sempre ghignare e adoro come racconta, poi perchè mi ha fatto piacere rileggere Jimbo di Bruno, anche se quello che proprio mi ha fatto pensare è l'inizio del racconto di Trondheim, quando il suo personaggio incappa di continuo nel gioco dello squash e decide di non opporsi alle coincidenze che la vita gli pone di fronte e accetta di andare a giocare.
ecco, io non gioco a squash, anche se ultimamente avverto un'inspiegabile voglia di imparare a giocare a tennis. sarà colpa della neve.
invece ho collegato questo ripertersi, queste coincidenze questo ricorrere di elementi o avvenimenti o persone che in una visione più grande rappresentano il mio concetto di destino.
non me ne frega un cazzo di tutte quelle menate matrixiane sul fatto che il destino non esiste perchè io individuo preferisco pensare di essere padrone delle mie scelte e del mio futuro. sembra che ci debbano essere per forza da una parte noi come mussi che seguiamo impotenti un disegno divino o supremo senza poterlo cambiare, e oppostamente dirimpetto noi che prendiamo il matitone della nostra vita e disegnamo il nostro destino come lo vogliamo noi, o meglio come ci viene.
ecco, io non sono così estremista nel mio pensiero, credo nel destino, nel disegno (divino o meno), nei casi ciclici (per dirla alla Gazzè), ma non di meno viene la mia capacità di arbitrio, la mia responsabilità, il mio vivere e scegliere come.
più o meno è come un videogioco, ti si ripresenta sempre uno schermo finchè non lo passi.
Uno degli schermi in cui credo di essermi impantanato è Stefan Mihajlovic.
l'ho incontrato la prima volta durante l'aperitivo di apertura di Animafest a Zagabria, in una torre della città vecchia(mi sfugge il nome) il giugno dell'anno appena passato.
Un tipo molto alto, come buona parte dei croati che ho conosciuto, non ricordo come siamo finiti a parlare, probabilmente un accendino, una paglia, una birra, insomma le solite cose.
mi informa di essere un animatore, sta lavorando ad un cortometraggio, tutto da solo, tutto a mano, ma che non posso trovare niente di suo online, in realtà non ha ancora fatto niente.
Parliamo anche di fumetti, conosce naturalmente alan ford e poca altra roba.
ricordo che si guardava intorno con una certa circospezione, mi pareva un po' pazzo e quindi l'ho preso in simpatia.
Poi rimane solo una delle decine di persone che ho conosciuto quel giorno e non ci penso più. la festa continua, i giorni passano tra film e serate tranquille.
In quei giorni abitavo nella zona universitaria, un po' lontana dal centro, ma vicina alla stazione degli autobus, quindi vado lì a farmi il biglietto di ritorno, il festival volgeva al termine, mi ero fermato per un mese in quella città e ci ero stato benissimo ma era arrivato il momento di tornare.
tornando dalla stazione, pomeriggio assolato, incontro Stefan.
è con una donna bionda dai capelli corti, mi pareva vecchia, lei aveva delle borse della spesa, lui un cane al guinzaglio.
"ei"- mi fa, "sei ancora qui?"
"già, ma ancora per poco." "che ci fai da queste parti? abiti qui nei paraggi?"
"no, solo sto facendo un giro"
ho pensato che fosse venuto qui per quella donna, ho provato a guardarla meglio ma non riesco a ricordarla, forse era girata.
Ci siamo salutati, augurati in bocca al lupo.
ricordo bene la sensazione di stranezza: è stata la prima persona che ho riincontrato a Zagabria, almeno riincontrata in posti dove non ci si aspetta che accada.
La volta dopo ci sono ritornato in settembre, o ottobre: Ero pure in un brutto periodo e tra l'altro avevo litigato con la mia ragazza. insomma, c'avevo i cazzi miei.
passeggiavo con un blocchetto di appunti, cercavo una rete libera dove connettermi con il portatile, e preferibilmente anche una bella birra. ero nei paraggi del centro storico, ma lontano sia dalla torre vecchia sia da dove abitavo in giugno, e chi mi passa davanti?
Stefan, la tipa bionda, il cane.
lei sembrava somigliare alla stessa bionda dell'altra volta. quindi lei non abitava dalle parti del nostro ultimo incontro, e nemmeno lui, e poi il cane era di lei, ora era chiaro. c'è da dire che Stefan veste sempre allo stesso modo, e questo rende i nostri incontri ancora più inquietanti.
"ei" - mi fa "sei ancora qui?"
"no, sono andato e tornato. come va?"
e lui comincia a presentarmi alla sua amica, la guardo meglio stavolta, è bionda, non vecchia come avevo avuto l'impressione, di vecchio aveva solo un'aria da punk che non punkava più per stanchezza o per imposti limiti d'età. Stefan parla di me dicendo che sono un fumettista molto bravo (ma so di per certo che non ne sa un cazzo) e subito lei:
"e che ci fai qui a Zagreb?"
prima che risponda Stefan espone i cazzi miei: "he's in love!"
lei mi guarda, un po' compassionevole: "ah, mi spiace."
"prego?"
"le ragazze croate ti spezzeranno il cuore"
"..."
con quello che stavo passando quella giornata le avrei volentieri rispedito la sua premonizione a calci giù per la gola.
si sono congedati in qualche modo, non credo di averli salutati.
ora avevo davvero bisogno di una birra.
ho pensato che lei fosse la stessa vecchia dell'altra volta, ma che fosse ringiovanita. maledetta strega balcanica.
e poi pensavo, ma che cazzo, mi sta pedinando quell'uomo? la sequenza di tre incontri in luoghi sempre diversi e lontani tra loro, in momenti sempre inaspettati e con vestiti sempre uguali (i suoi) cominciava ad insinuare in me il dubbio che quest'uomo centrasse davvero qualcosa con me.
dubbio che si è fatto ancora più forte se non quasi ossessivo l'altro giorno, alle cinque del mattino, stazione degli autobus di Zagabria, io che aspetto il mio autobus per Trieste.
e Stefan Mihajlovic.
non doveva venire a Trieste, sarebbe stato troppo da accettare, era lì per ritirare un pacco speditogli via bus, una cosa che ho scoperto fanno tutti in Croazia.
"ei" - mi fa. e fortunatamente non fa la solita domanda.
"cazzo, -gli dico- se non vengo a zagabria e non ti incontro il mio viaggio non è completo."
"ehehe, già"-
un paio di secondi di imbarazzo.
"come va il tuo cortometraggio?"
"lo sto finendo, manca poco. comicio ad odiarlo"
"capisco cosa si prova, succede anche a me con i lavori lunghi"
poi parliamo di fumetti, di disegno, e lui ad un certo punto mi guarda dicendomi "ho visto molti bravi disegnatori in giro, ma non conosco nessun disegnatore più bravo di me"
e io penso 'sticazzi Stefan. ma è pure molto convinto di questa cosa. mentre la dice e la elaboro mi viene in mente un tratto del curriculum di Andrea Pazienza, dove dice più o meno la stessa cosa.
poi mentre mi sta accennando ad un suo romanzo a fumetti di cui ha già lavorato a 80 pagine e che se glielo rifiuta la image comics non sa proprio a chi potrebbe venderlo, sento di non poter sopportare oltre e me ne vado.
"beh... alla prossima"
"for sure..."
già. quest'anno tornerò in croazia altre volte, e non ho dubbi che lo riincontrerò,
di sicuro capiterà a giugno, perchè ad Animafest ci torno,
e tra l'altro sono proprio curioso di vedere i suoi lavori.
e ci parlerò, proverò pure a capire che cazzo vuole da me. "quando eventi del genere si concatenano non mi oppongo mai".
magari viene fuori che è bravissimo a tennis.
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6 commenti:
O che da piccolo giocava anche lui a Pitfall e ha voglia di fare di nuovo una partita! ;)))
;DDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD
la prossima volta che vengo a bologna allora si gioca a tennis.
il destino anche se già scritto, tu non lo sai, quindi non cambia nulla, le decisioni le devi prendere intempo reale (qualsiasi cosa possa voler dire al di fuori dell'ambito videoludico). Comunque, anche se le coincidenze non esistono, far diventare un veicolo del destino un individuo così modesto mi pare più un tuo regalo alla sua vita che un'intuizione ponderata.
che poi non sono le donne di zagabria a spezzare i cuori, ma le donne in generale, mentre che io sappia non esistono detti come "punk vecchia fa buon brodo".
e mentre guardo daltanious finalmente trovato in streaming penso:
1) devo ancora andare a vedere la mostra.
2) dobbiamo robottare.
@carissimo gian! effettivamente il tipo non è molto modesto, ma le sue carte da veicolo del destino ce le ha tutte da giocarsi, poi si vede.
e poi lo sai, in quanto a intuizioni ponderate non sono un drago.
e nemmeno a tennis! anzi! ma giocheremo, se è destino.
tra l'altro, alla mostra c'è andata anna, quella del commento prima del tuo, e non ha trovato esposto nulla. chissà!
@Anninas!
visto? ci sarebbe anche gianluca esposto a quella mostra. e no, non è nemmeno lui un transformers.;P
mmm... 'sta cosa mi fa pensare! non è che siete stati esposti solo durante il primo periodo?
e poi, i suoi sono disegni? perchè se non siete transformers, di sicuro non siete neanche ironman! ;PPP
se vi trovate, però, ditemelo!
sono capace di tornarci per la terza volta! ;DDDDDDDDDDDDD
è una vita che mi cerco senza successo, ma se combino alla mostra ve lo dirò di certo.
la prossima volta che passi per Trieste fai uno squillo che non sono lontano :)
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