febbraio 03, 2010

Urar - Alla Vecchia.


una volta sono stato a bottega di un orologiaio a Bologna.
nel primo periodo in cui mi ero trasferito in città cercavo di far fruttare la mia piccola esperienza di meccanico di precisione, e mi sono passato un po' di laboratori in cerca di qualcuno che volesse farmi lavorare.
non è stato facile, molti orologiai mi hanno guardato con diffidenza, è un lavoro a conduzione familiare, e pure di vecchio stampo, quindi principalmente ho trovato vecchietti che non si sarebbero mai sognati di far entrare uno sconosciuto nel retrobottega a mettere mano ai loro orologi.
l'unico che mi ha messo in prova era un tipo giovane, belloccio e con una bottega fighissima, tirata a lucido e con il laboratorio diviso in due piani, uno soppalcato.
dopo qualche chiacchiera mi ha messo alla prova su una sveglia, una revisione, niente di troppo complicato.
ricordo che il suo laboratorio aveva macchine di altissima precisione, per calibrare i fori e per pulire e per lucidare i perni e per un sacco di altri accorgimenti che una macchina di precisione necessita. delle macchine da decine di migliaia di euro.
mi chiedeva se conoscevo questi oggetti, e alcuni li conoscevo sì, che il mio vecchio all'inizio carriera non avendo soldi per permettersi delle macchine così se le costruiva da solo. ci sono ancora tutte, e funzionanti, qui in laboratorio, fatte di alluminio, motori di lavatrici, pezzi di plastica, barattoli di conserva... fatte con poco, ma precise.
un po' l'arte dell'arrangiarsi, anche nel riparare e inventare soluzioni con i pochi mezzi che ci si può permettere. ed è come ho imparato questo mestiere, che ovviamente veniva visto molto male dall'orologiaio belloccio, che mi vedeva stonare tra le sue macchine costosissime e le sue lauree svizzere. io andavo di martelli e cacciaviti, lime e tanto amore e attenzione, lui invece trovava i miei metodi spartani, poco precisi e poco professionali.

il risultato non cambiava, il tempo veniva comunque misurato precisamente ma
i nostri metodi erano evidentemente incompatibili. mi ha dato il benservito, dicendo che preferiva aspettare che il suo aiutante si laureasse alla scuola di orologiai in svizzera, una scuola blasonatissima e di antica tradizione, di cui mi sfugge il nome, il ragazzo studiava duro e aveva già un posto di lavoro assicurato finiti gli studi. che culo no?


ho pensato a quel tipo e i suoi metodi e le sue macchine precisissime e costosissime proprio stamattina, mentre aprivo questo pendolo risalente al
 1922, che ha bisogno di una bella pulita e revisionata. è splendido, e in ottime condizioni, a parte i ragni morti dentro e il dito di polvere. e le piastre tra le ruote sono in legno, inchiodate ben salde, chiodini tutti di misure diverse, e pezzi di ferro di varia natura ritorti un secolo fa tengono fermo tutto, lo sporco e la ruggine hanno attaccato le parti non indispensabili alla funzione meccanica. una macchina che è un'opera d'arte, non vedevo l'ora di metterci le mani.
fatto bene, fatto con poco, e preciso. alla vecchia.

L'ho detto e non l'ho fatto

L'ho detto e  non l'ho fatto. Ora vado a letto e dimentico tutto.