marzo 28, 2009

"Mmh! Che Gambe!!"

mi capita di rado di ricordare i sogni.
spesso mi ritrovo ad invidiare amici o colleghi a cui succede regolarmente, e che riescono a trarre spunto dalle loro visioni oniriche notturne. a me è capitato pochissime volte, l'ultima volta stamattina.
come al solito mi è sembrato un attimo, mi sono svegliato alle prime luci dell'alba, mi sono guardato un po' in giro e assonnato mi sono girato dall'altra parte e mi sono riaddormentato.
e mi sono ritrovato nel laboratorio della bottega di mio padre, che ha una orologeria/oreficeria. c'eravamo io mio fratello e lui, cosa che non è capitata molto spesso pure questa. il tutto era molto più spazioso e ordinato di come è in realtà, mio padre sta scrivendo delle cose chinato sul tavolo circolare che occupa buona parte del laboratorio dalla parte alla parete con gli orologi a muro, quelli da riparare e quelli riparati. accanto a quel tavolo una cassettiera con attrezzi e pezzi di ricambio per sveglie e orologi, accanto alla cassettiera la porta scorrevole sempre aperta che dal laboratorio da alla zona negozio, quella aperta al pubblico. nel restante spazio del laboratorio ci sono un paio di tavoli attrezzati, mio fratello occupa uno di questi ed è intento a fare qualcosa, forse leggere la gazzetta dello sport, mentre io me ne sto a quello accanto, in piedi con un ginocchio appoggiato alla sedia e ho una macchina di un orologio a pendolo in mano, con le lancette puntate e sto sincronizzando i martelletti della suoneria. in quel momento suonano alla porta dei clienti che vediamo nel video citofono:
riconosco essere un mio vecchio compagno di classe, con la sua ragazza. una persona che non vedo e sento da molto tempo e che comunque so abitare dalle mie parti, sposato con questa ragazza con la quale si era messo ai tempi della scuola.
non faccio la minima mossa per andare a servirli, non ho nessuna voglia delle solite chiacchiere di circostanza e degli aggiornamenti di rito sulle rispettive vite, loro non sanno che sono lì e io non mi farò avanti. mio fratello invece da loro il tiro e va a sentire cosa vogliono.
rimango alle prese con gli ingranaggi dell'orologio, fino a che dopo un po' di minuti sono costretto a passare davanti alla porta suddetta per prendere una chiave o un ricambio che stanno nella cassettiera li accanto, e mi rendo conto di essermi fatto vedere.
non mi piace l'idea di farmi vedere e non uscire a salutare, mi sembra poco carino, e quindi esco, ingranaggio alla mano metto su una bella faccia e vado a salutare, preparato al solito scambio di battute formali, al breve aggiornamento sulle rispettive vite per poi potermene tornare nel retrobottega.
il negozio è molto grande e spaziosissimo, anche questo molto più di come è in realtà, e molto più vuoto. ci sono sette tavoli vetrina disposti a ferro di cavallo, la porta di ingresso, e la vetrina sono attraversate da in'abbagliante luce bianca, riflessa in modo netto dal pavimento di marmo verde. dominano i colori del verde e del rosa, alcuni toni di giallo ma nessuna traccia di color oro, tutto è stranamente caldo e pastoso, quasi umido, leggermente fastidioso, sembra di stare dentro ad una bocca.
mio fratello e i due ragazzi sono dalla stessa parte del tavolo, stanno osservando un piattino con degli anelli, sembrano fedi nuziali, sono chinati e discutono serenamente.
saluto il mio vecchio amico con un bel sorriso e con un Ehi! simpatico, lui alza lo sguardo, mi guarda ma non sembra per niente contento di vedermi, dalla bocca gli esce un Ah! come se non si aspettasse affatto la mia presenza. beh, cominciamo bene penso, ma mi avvicino comunque. il suo sguardo e quello della sua ragazza tornano agli anelli, e non mi viene rivolta nessun'altra attenzione.
mio fratello è accanto a loro ma nemmeno lui mi rivolge attenzione, io mi avvicino e cerco di attaccare un minimo di bottone, strano che fino a qualche istante prima non avevo nessuna voglia di parlarci, sarei potuto tornarmene indietro ma l'essere ignorato così mi infastidisce quindi cerco di trovare una battuta per uscire di scena in modo più dignitoso.
in quel momento sento un vagito, un parlottare di neonato e mi illumino, ecco! hanno avuto un bambino che bello, un ottimo argomento, due commenti e complimenti sul moccioso e mi posso togliere dall'imbarazzante situazione.
botto l'occhio dall'altra parte del tavolo, poggiata a terra c'è un ovetto, una culla portatile o un cesto non ricordo di preciso.
giro attorno al tavolo e mi dirigo sorridente facendo già dei commenti non ragionati e di circostanza all'attenzione dei miei conoscenti.
e arrivo di fronte alla creatura.
è avvolta da una copertina, che gli copre il braccio destro e le gambe e il corpo, mentre lascia uscire l'altro braccio, sinistro in tutti i sensi.
sembra attaccato al lato della pancia, si sviluppa da un avambraccio piccolo e pallido, un braccio deforme e muscoloso fino ad una mano grossa come quella di un adulto, ma più gonfia. in proporzione a quell'arto il resto del corpo che si riconosce sotto la copertina sembra microscopico, tranne la gigantesca testa gonfia grande più o meno come un pallone da basket, con capelli biondi molto separati l'uno dall'altro, compaiono dei rigonfiamenti di tanto in tanto sulla fronte spaziosa e sulla testa, come delle vene otturate, il visetto è piccolo in mezzo a tutto questo gonfiore, il bimbo ha gli occhi chiusi ma sono sicuro che siano azzurri, si dimena come se stesse facendo un sogno emozionante, e ad un tratto gli esce dalla bocca una frase che suona libidinosamente così:
-mmh! che gambe!!
sì, sta sognando. appena dice questa frase sbava leggermente, apre un pochino gli occhi che mi danno la conferma del colore, ha degli spasmi come se avesse un orgasmo, poi si calma.
il mio vecchio amico e la sua ragazza sorridono teneri, un po' imbarazzati e con l'espressione di chi dice "ah, che incorreggibile monello!"
fa caldo in quel negozio, io guardo per un attimo i miei vecchi amici e torno a guardare immobile e con la bocca aperta quella cosa che sta continuando il suo sogno e ogni tanto ha dei tremiti e degli scatti. io resto con il mio orologio in mano, e con una luce fortissima che entra dalla vetrina alle mie spalle.
mi sono svegliato subito dopo, aprendo lentamente gli occhi. mi sono chiesto perchè sognare una cosa così raccapricciante e ricordarsela perfettamente.
poi mi sono chiesto se avesse qualche significato particolare che svelasse particolari meccaniche della mia mente, e mi sono chiesto cosa centrasse la pesantissima quattro formaggi della sera prima.
non mi sono dato nessuna risposta e mi sono girato dall'altra parte, dicendomi solo che se me lo sarei ricordato alla sveglia successiva, l'avrei scritto.

18 commenti:

annetta ha detto...

Eri in calzoncini corti, nel sogno?
;)))
a.

ElleGGì ha detto...

mmh, che si riferisse a me?

Angelo ha detto...

Ciao, sono il tizio che fa le pizze sotto casa tua.
Volevo dirti che la tua pizza l'abbiamo servita per errore a David Lynch, al tavolo accanto.

In effetti, quella che hai mangiato non era una 4 formaggi

ElleGGì ha detto...

Angelo...
un sospetto ce l'avevo.

annetta ha detto...

Era ai quattro funghetti, allora! ;PPP
Cmq si, penso che 'la creatura' ce l'avesse con te! ;DDDDDDDDDDD
(cosa penso poi del sogno in sè, magari te lo dico in altra sede! ;))) )
:)))
a.

Anonimo ha detto...
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L'ho detto e non l'ho fatto

L'ho detto e  non l'ho fatto. Ora vado a letto e dimentico tutto.