gennaio 31, 2011

Bici Siamese

questo è uno strano centro sociale, sembra un campeggio.vero. è un campeggio, ma ricorda anche la scuola media che hai frequentato al tuo paese, con molto più verde attorno, e un sacco di cose che ricordano un centro sociale. un concerto punk, ad esempio. nell'atrio perdi la tua compagnia, e poi perdi anche te in giro per i corridoi. i corridoi ricordano quelli delle scuole giapponesi che hai visto nei cartoni animati, dalla grande vetrata al tuo lato entra una forte luce e non riesci ad intuire il panorama. cominci quindi a preoccuparti della tua bicicletta, a cui tieni tanto perchè l'hai costruita tu, ed è siamese e ci vai dappertutto. qualcuno incalza la tua preoccupazione e ti fiondi all'esterno aprendo una porta che da su un terrazzino. il terrazzino sporge su una gigantesca discarica di elettrodomestici, macchine, robot, biciclette e divani. non vedi la tua ma il fascino di tutto quel daffare di braccia meccaniche e gru e ruspe e uomini di tutti i colori in divisa grigia e salopette blu ti affascinano così tanto che non sei più preoccupato. anzi vedi una bella bicicletta da donna rossa che ti prometti di rimettere in sesto, poi ti giri a conversare con i lavoratori in pausa, due di loro sono appoggiati al muretto di cinta del terrazzino e si bevono un caffè e fumano una sigaretta, sono simpatici e invidi la loro salopette piena di tasche, e pure il loro maglione grigio fumo di londra scollato a v. vi sedete sul tavolino del bar che c'è sul terrazzino, e man mano che il tuo campo visivo si allarga alle tue spalle prende forma l'ingresso di una gigantesca struttura tipo albergo o centro commerciale. la discarica è una quinta sfocata alle spalle dei tuoi compagni al tavolo, del centro sociale e di tutti i ricordi legati a quella sera non c'è più nemmeno l'ombra. la conversazione è piacevole e immemore, e ti permette di distrarti con leggerezza ammirando le persone che entrano ed escono dalle doppie porte di vetro dell'albergo commerciale, anche quando i tuoi compagni ti chiedono una mano per il colpo alla banca che sta dentro il palazzo, accetti distrattamente perchè non hai mai visto una tigre dal vero, e tanto meno una tigre così grande, con il culo alto come se fosse tirata su per la coda, e la coda cadente come una grossa liana. mentre uno di loro ti sta spiegando il piano l'altro ti racconta che quella è la tigre della signora qualcosa, il nome non lo senti, ma è una donna molto eccentrica che ama gli animali esotici e ne ha alcuni di compagnia, ma loro parlano e tu stai già camminando a lunghi passi verso l'entrata seguendo il gigantesco felino. vieni fermato da due poliziotti o anche guardie del corpo della ricca signora, ma il tuo sguardo è oltre le loro spalle, gli dici che devi vedere quella tigre, e passi senza nemmeno guardarli. per evitare altri problemi con le forze dell'ordine prendi sotto braccio un commissario di polizia vestito casual che somiglia ad un amico di tuo padre, quello con i baffi, e il suo braccio destro in divisa più formale, assieme e allegramente trottate nella direzione presa dalla tigre, e dietro l'angolo la trovate in mezzo ad un cerchio di gente, intenta ad ammirare non solo l'animale, ma anche i giochi di magia che fa con la palla rossa lucida, facendola sparire tra le fauci, tirandola fuori da sotto la coda, camminandoci sopra, ed infine svelando in uno scroscio di applausi che sotto il manto peloso null'altri c'era che la signora che tutti conosciamo per nome, anche tu adesso, e che oltre ad essere ricca e vecchia ed eccentrica, è anche un'ottima prestigiatrice. ti unisci all'applauso, instancabile e appagato.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi unisco convinto all'applauso.
Andrej

ElleGGì ha detto...

era molto brava quella signora, e anche vestita da tigre era convincente.
al solo ricordo di lei ancora mi emoziono.

L'ho detto e non l'ho fatto

L'ho detto e  non l'ho fatto. Ora vado a letto e dimentico tutto.